Il decreto legislativo 61 del 13 aprile 2017 (v. new precedente) cambia e  rinnova profondamente l’istruzione professionale dall’anno scolastico 2018/2019

I nuovi percorsi di Istruzione professionale saranno strutturati in un biennio e in un successivo triennio e saranno ripartiti nei seguenti 11 indirizzi di studio:

a) Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane;
b) Pesca commerciale e produzioni ittiche (di nuova introduzione);
c) Industria e artigianato per il Made in Italy;
d) Manutenzione e assistenza tecnica;
e) Gestione delle acque e risanamento ambientale (di nuova introduzione);
f) Servizi commerciali;
g) Enogastronomia e ospitalità alberghiera;
h) Servizi culturali e dello spettacolo (di nuova introduzione);
i) Servizi per la sanità e l’assistenza sociale;
l) Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico;
m) Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

Alcuni di essi riproducono analoga denominazione degli indirizzi, articolazioni e opzioni dell’attuale ordinamento, anche se i contenuti sono stati fortemente innovati, mentre 3 di questi indirizzi rappresentano un elemento di novità.

I percorsi dell’istruzione professionale hanno un’identità culturale, metodologica e organizzativa, riassunta nel Profilo educativo, culturale e professionale (P.E.Cu.P) del diplomato dell’istruzione professionale.
Il P.E.Cu.P. presuppone l’acquisizione di

  • una serie di Risultati di apprendimento comuni a tutti i percorsi – declinati in termini di competenze, abilità e conoscenze – aventi l’obiettivo di far acquisire alle studentesse e agli studenti competenze generali, basate sull’integrazione tra i saperi tecnico-professionali e i saperi linguistici e storico-sociali, da esercitare nei diversi contesti operativi di riferimento;
  • integrato da un Profilo di uscita per ciascuno degli 11 indirizzi, inteso come standard formativo in uscita dal percorso di studio, caratterizzato da un insieme compiuto e riconoscibile di competenze valide e spendibili nei contesti lavorativi del settore economico-professionale correlato.

Ad ogni Profilo di uscita sono associati i relativi Risultati di apprendimento – declinati in termini di competenze, abilità e conoscenze. In altri termini, i percorsi di istruzione professionale, qualsiasi sia l’indirizzo di studio scelto, si contraddistinguono per il P.E.Cu.P., che riassume sia i Risultati di apprendimento comuni sia Risultati di apprendimento di indirizzo e permettono la formazione di una figura professionale, in grado di coniugare gli aspetti tecnico-professionali con la cultura del Cittadino Europeo.

Per la declinazione dei Profili di uscita degli 11 indirizzi di studio, sono stati raccolti i contributi degli stakeholder della scuola, rappresentati dalle associazioni di categoria, dalle 2 grandi imprese, dai soggetti istituzionali e dalle Reti di scuole, i quali, sulla base delle programmazioni a medio termine, hanno dato indicazione delle competenze che si prevede saranno richieste dal mondo del lavoro all’epoca dell’uscita dei primi diplomati dai nuovi percorsi di istruzione professionale.
Il risultato ottenuto è stato la definizione di Profili di uscita innovativi e in grado di intercettare la richiesta di figure professionali richieste dal mercato del lavoro del prossimo decennio. Per ciascuno di essi, su indicazione dei soggetti interpellati, è stata individuata la correlazione con i codici ATECO (di classificazione statistica ISTAT relativi alle attività economiche e alle professioni) e con i settori economico-professionali.

La scelta operata è stata quella di definire Profili di uscita snelli, asciutti, essenziali nelle competenze, abilità e conoscenze da acquisire, lasciando alle singole istituzioni scolastiche la possibilità di far discendere da tali Profili i Percorsi di istruzione professionale richiesti dal territorio, coerenti con le priorità indicate dalle Regioni nella propria programmazione, utilizzando la quota di autonomia e gli spazi di flessibilità offerti dalla norma. In tal modo le scuole potranno declinare i Percorsi secondo le esigenze del proprio territorio, integrando le competenze, abilità e conoscenze contenute nei Profili di uscita per proporre Percorsi innovativi, ovvero riproducendo Percorsi già in adozione e ritenuti di successo in termini di previsioni di adesione e partecipazione.
È il caso, ad esempio, dell’indirizzo “Enogastronomia e ospitalità alberghiera”, in cui il Profilo di indirizzo proposto, si ripete, in forma essenziale ed unitaria, può essere declinato e orientato dalle istituzioni scolastiche all’interno delle macro aree di attività che contraddistinguono la filiera, con riferimento ai codici ATECO e alle specifiche caratterizzazioni (Enogastronomia, Arte Bianca e Pasticceria, Sala-bar e vendita e Accoglienza Turistica). Un’altra ipotesi ricorre con l’indirizzo “Servizi commerciali”, all’interno del quale, a fronte di un Profilo di uscita snello e asciutto, le istituzioni scolastiche possono declinare i Percorsi facendo assumere i connotati tipici di una figura amministrativa, ovvero idonei allo svolgimento di professioni tipiche della grafica pubblicitaria e del marketing, o operanti nell’ambito turistico.

Per approfondire si rinvia alla documentazione nel sito del MIUR